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Carolina Venturini a Petsfestival: il lutto animale e il ruolo del coach

Il nostro Scientific Advisor, Mauro Grano, ha intervistato per noi Carolina Venturini che sarà presente per la prima volta al Petsfestival di Cremona.

Mauro: Carolina, intanto ti do il benvenuto tra noi. La tua attività è molto particolare, ha suscitato notevole interesse, e vorrei farti alcune domande per cercare di capirne di più.

Carolina: Grazie per aver accettato la mia candidatura! Per me è molto significativo essere presente al Petsfestival perché è un evento importante come lo è il tema che porto: il petloss cioè il lutto animale come esperienza, che può trasformare la vita del Familiare in Pet.

Mauro: Tu sei una Coach, cioè eserciti una professione conosciuta e ricercata per lo più nell’ambito competitivo e business. La conosciamo come sinonimo di “allenatore”. Analizzando il termine scopriamo che per Coach in realtà si intende una persona che guida il cliente a raggiungere una meta, che porta la persona da un punto A ad un punto B. Come interpreti la tua professione, unendola al mondo degli animali d’affezione?

Carolina: Come coach, guido il Familiare Pet a riconoscere il proprio potenziale all’interno della relazione con l’animale. Si parla di “Binomio”, infatti, quindi due unità che, alla pari, concorrono nella creazione di una sinergia. Quest’alleanza Persona/Animale e Animale/Persona viene sostenuta da molteplici figure professionali, presenti nel Petsfestival.

Io guardo alla parte umana che compone il binomio per sostenere quelle imperfezioni che, se amministrate, possono diventare punti di svolta e di forza. Le imperfezioni a cui mi riferisco sono principalmente modi di sentire, comportarsi, pensare, percepire sé stessi, l’animale e la relazione, il potenziale di ciò che si è nel binomio quando si vivono momenti di difficoltà.

Per esempio quando una persona non riesce a separarsi dal proprio animale oppure soffre la nostalgia e questo ha un impatto sulla vita, la accompagno nel capire il valore di questo modo di amare per migliorare l’esperienza con l’animale e sé stessa. Oppure quando il proprietario fatica nel farsi ascoltare dal proprio pet o nel riconoscergli la libertà oppure sta valutando la cessione, se non addirittura l’abbandono, io posso affiancare la persona nel capire cosa sta succedendo dentro di lei/lui per dare voce alle aspettative deluse guardando al proprio ruolo dentro il corso degli eventi.

Questo, per me, è interpretare il ruolo di coach ad ispirazione gestaltica nell’ambito pet. Il punto “A” di cui parlavi è la situazione con l’animale, il punto “B” sono i desiderata della persona: nel mezzo, il mio lavoro fa accadere le trasformazioni che servono dentro la persona affinché il “B” che viene raggiunto è veramente quello che serve al cliente e al binomio, al di là dei “devo”, dentro ai “Voglio” e “Posso”.

Infine, anche il mondo degli animali domestici include la competizione e il business; infatti, guido anche i professionisti pet nella creazione dei loro business lavorando sulla loro persona affinché attivino il principio di causatività cioè la responsabilità di far accadere il loro successo nonostante e grazie le sfide, i blocchi, le sfiducie e le disillusioni che il percorso da libero professionista o da azienda presenta.

Mauro: Tutti noi sappiamo che molti degli animali domestici nelle nostre case sono dei componenti della famiglia a tutti gli effetti. La perdita di questi animali può provocare dei problemi importanti; il tuo compito, se ho ben capito, è proprio quello di aiutare anche in questi frangenti, giusto?

Carolina: Esatto. Il lutto animale è un lutto vero e proprio, non riconosciuto dalla società come tale. Si tratta di un’esperienza di vita, per alcuni proprietari pet, che è anche uno spartiacque di vite perché alcuni animali sono stati proprio questo. C’era un prima (senza l’animale), c’è stato un con l’animale e, quando viene a mancare, c’è un dopo cioè c’è un momento di “auto gestazione” in cui si perdono i punti di riferimento interni, immaginativi, rispetto a sé stessi e a chi si è senza l’animale e bisogna tornare ad immaginare sé stessi con sé, prima di valutare nuove adozioni.

Il mio intervento come coach non riguarda gli aspetti psicologici dell’esperienza del lutto animale cioè non tratto le emozioni della perdita connesse con i ricordi di altre perdite dell’infanzia. Mi occupo della fase di transizione, quando la persona ha bisogno di dare un senso a ciò che ha vissuto con l’animale e a ciò che vorrebbe creare con se stessi o per gli altri in memoria e in nome di questo grande legame.

Si tratta di Promesse d’Amore che, nel momento della perdita, emergono insieme alla consapevolezza che i propri comportamenti hanno avuto un impatto nel momento della separazione definitiva.

Guidare le persone nel diventare capaci di attraversare due strade che si biforcano, restando uniti nell’amore e nella gratitudine, sviluppando, tuttavia, una nuova visione di sé distinta da ciò che è stato nel passato, significa essere partecipe della rinascita di una persona, “battezzata” nel suo potenziale umano al servizio della vita. Il tutto, dando valore, senza perdere o tradire, la memoria e l’eredità dell’animale.

Il punto è proprio questo: diventare qualcuno di accresciuto grazie al Legame d’Amore che si ha avuto l’onore di sperimentare con l’animale d’affezione, concedendo fiducia alla parte “incrinata” di sé perché quella parte che oggi piange la dipartita dell’animale è la stessa che rinforzerà le radici volitive dell’amore per la vita.

Mauro: A proposito di queste dolorose perdite, da cosa si rinasce quando si perde un animale?

Carolina: Si rinasce dall’immagine di sé.

Ci sono certe unioni con gli animali, che sono così determinanti, di indirizzo, perché donano l’idea di poter affrontare qualsiasi prova della vita, soprattutto le più difficili, perché proprio quell’animale è vicino, è presente.

Ci sono persone che riescono a reggere pressioni perché hanno la valvola di sfogo del proprio animale. Ce ne sono altre che riescono ad accedere al proprio talento perché, con quell’animale e solo con lui, riescono a raggiungere obiettivi ben oltre la Comfort Zone e lo fanno perché è una questione fra la persona e l’animale, è un patto granitico nel binomio.

Gli animali sono sostituibili solo in linea teorica. Quando vengono a mancare quelli dentro le Relazioni Speciali, non si perde solo “un cane”, un “cavallo”, “un gatto”. Si perde chi eri con quell’animale perché con nessun altro animale potrai essere la stessa persona per il semplice e banale fatto che nessun altro animale sarà mai quello che hai perso. Pensa, per esempio, ad una bambina che cresce da 0 a 30 anni con il suo cavallo (so che il cavallo non è ancora considerato un pet a tutti gli effetti!). Quando muore, il successivo cavallo la accompagnerà per un tratto di vita totalmente diverso da quello precedente (dai 30 in poi non è come da 0 a 30!).

Il nuovo animale ti porterà altre sfide e ciò che vivevi con quello che reputavi speciale, era esclusivamente parte del Legame che avevi con lui. Con il nuovo, ci sarà un altro capitolo di vita da leggere.

La rinascita di cui mi occupo è proprio quella connessa con la perdita di un amore importante attraverso cui ci si rispecchia e ci si riconosce come persone di valore. Si rinasce dalle proprie ceneri. Per questo, la soluzione standard dell’adozione immediata di un altro animale, in questi casi, non viene nemmeno considerata oppure, se attuata, crea ulteriori malesseri e distanze emotive. Perché non si tratta della sostituzione di un “oggetto” con una nuova versione dello stesso modello, come accade con i cellulari, per esempio.

Si tratta di tratti di vita insieme e di come vuoi continuare a vivere dopo di voi. Che cosa non ha più motivo d’esistere. Quali decisione profonde nascono dal vuoto, dalla nostalgia, dalla perdita, dall’assenza. Quanto ti senti pronto ad affrontare il mondo “da solo con te”, senza la guida o la protezione fisica del tuo pet. Come ti confronti con la spiritualità del sentire, con il potenziale del talento che hai espresso con l’animale in vita e che ora, ancora, nonostante tutto, è ancora tra le tue mani.

Mauro: Perché è importante, indispensabile direi, chiudere il ciclo di vita con l’animale?

Carolina: Perché ogni ciclo terminato lasciato inconcluso genera blocchi all’energia e al potenziale di una persona. Quando si impara a lasciar andare, in realtà si impara a portare a compimento un ciclo quindi si impara a ricevere, a prendere, i doni di questo ciclo chiuso. Non si rimane “a mani vuote”, si scopre il piacere. Si riconosce che si ha ricevuto amore e che da questo amore, in qualsiasi forma sia stato, si può ripartire.

Mauro: Qual è il valore del percorso di coaching che tu proponi per affrontare questa esperienza?

Carolina: Il tempo e lo spazio per parlare di quanto ami il tuo animale, è, a mio avviso, una rarità. Molte volte, le persone pagano professionisti cercando soluzioni “magiche”. Io non offro rapidità, offro sostanza dentro un tempo per parlare dell’amore che è ancora fra le tua mani e che non sai come utilizzare nella tua vita o come dare al tuo animale. In dieci incontri, il cliente si dà il tempo per sentire, riconoscere, volere, decidere. Definisce qual è il suo punto A e chi gli serve diventare per raggiungere il punto B perché l’obiettivo non è la meta ma chi diventi mentre la raggiungi. Dare valore a chi si è con l’animale e a chi si è diventati grazie a lui significa riconoscere, assorbire, far lievitare nuove azioni e decisioni, sperimentare nuovi modi per dare amore, nel rispetto della propria Verità Interiore. Si tratta di uno spazio non terapeutico, senza giudizio o vergogna, con la flessibilità dell’online e la professionalità di un processo perfezionato negli anni grazie all’ascolto delle testimonianze reali dei proprietari pet.

Mauro: Qual è il beneficio concreto di questo tempo con te?

Carolina: La persona si autorizza ad esprimere le parole nascoste alla società e ai familiari. Si autorizza a non vergognarsi di sé. Facendo questo, libera spazio nella mente portando calma, accettazione, gratitudine, serenità. Gli occhi iniziano a guardare le opportunità prima lasciate nello sfondo e, finalmente, la voglia di vivere fluisce nel quotidiano. Quando e se decide di adottare un nuovo animale, ha lo spazio interiore per poterlo accoglierlo ed è ben disposta verso il mettersi in gioco con una nuova creatura. Riesce a cogliere la diversità ed è in grado amarlo per la sua unicità, senza l’urgenza di ricercare il precedente animale nei modi del nuovo. Se ha dei progetti professionali, li concretizza mettendo in risalto l’eredità valoriale dell’esperienza con l’animale. Nelle relazioni si porta con la consapevolezza della propria forza interiore, resilienza e volontà.

Grazie Carolina per averci fornito intanto queste importanti informazioni, sono certo che i visitatori del Petsfestival saranno ancor più curiosi e tu saprai soddisfare, con la professionalità che ti contraddistingue, le loro richieste.

Ci vediamo a Cremona il 19 e 20 Ottobre!